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Geositi

Un geosito è un sito di particolare interesse geologico.
Qui sono illustrati i principali luoghi di affioramento del “Supervulcano” in Valsesia.
Altri geositi sono elencati nel sito del Geoparco: Clicca qui

Dinelli (Scopetta)

(N 45 48 21.3; E 8 7 32.8)

"Poco prima, sulla sinistra, il piccolo Santuario della Madonna dei Dinelli, intitolato alla Madonna del Carmine (festa 16 luglio). La bella chiesetta che sorride su quell’altipiano mostra sulla facciata alcuni recenti non spregevoli dipinti, mentre nell’interno va superba per un ricco altare in legno ed un quadro del Peracino" (Don L. Ravelli, Valsesia e Monte Rosa, guida alpinistica-artistica-storica, 1924).

Percorrendo un breve sentiero si raggiunge un antico ponte sul fiume Sesia sotto cui passa la linea Insubrica,  in prima approssimazione il limite tra la placca europea e quella africana.

Balmuccia (zona dell’imbarco canoe sul Fiume Sesia)

(N 45 49 12.6; E 8 9 11.5)

"Separa la Valgrande dalla Val Sermenza. …a mezzodì lo chiudono i rupinosi e bizzarri ’Denti di Gavala’ (1676 m), ove hanno ritiro i camosci, ed a settentrione gli si addossano talmente le montagne, che paiono soffocarlo sotto al loro peso e confermano il suo nome di Balmuccia, o piccola balma [ogni struttura che mostri orridezza e difficoltà di passaggio, e pare derivi dal celtico…]" (F. Tonetti, Guida illustrata della Valsesia e del Monte Rosa, 1891).

Ci si trova nella parte più profonda del Supervulcano della Valsesia; qui si osserva uno degli affioramenti di peridotite di mantello meglio conservati al mondo.

Isola di Vocca

(N 45 49 35; E 8 10 13)

"Posta all’imbocco del Vallone del Gavala, è una borgata bellamente disposta e raggruppata in mezzo ad un verdeggiante ripiano all’imbocco di un vallone stretto, ma assai profondo… Per lungo tratto sovrastano a destra della strada le vacillanti orride rocce della ‘giavina rossa’, così chiamata dal colore sanguigno di quegli scogli aspri e nudi…" (Tonetti cit.).

Letto del fiume Sesia:
Dopo le case, verso ovest, un sentiero lungo la riva destra del Sesia porta, in pochi minuti, al fiume, dove si osservano le rocce più profonde del sistema magmatico del Sesia, intruse a circa 25 chilometri di profondità durante il periodo di “incubazione” che precedeva l’attività vulcanica, e deformate mentre cristallizzavano.

Ponte sul "Croso del Gavala", nei pressi della miniera di nichel.
Portandosi da Isola in direzione sud verso il "croso della Gavala", in pochi minuti si raggiunge un ponte che attraversa il fiume Sesia: le rocce sottostanti sono rocce metapelitiche che facevano parte della sequenza di rocce metamorfiche della crosta continentale in cui il magma si era intruso, riconoscibili per l’abbondanza di granato, e che sono state poi incorporate nel complesso magmatico.
A una distanza di circa 20 m è possibile osservare l’entrata di una miniera di nickel ora abbandonata, dalla quale vennero estratti solfuri di ferro e nickel fino alla fine della seconda guerra mondiale

Ponte della Gula - imbocco della Val Mastallone

La valle prende il nome dal ‘fiume-torrente’ Mastallone e presenta un paesaggio selvaggio, coste ripide e sassose e strette gole. A quattro Km da Varallo si trova l’orrido della ‘Gula’, scavalcato dal ponte omonimo, pedonale, ad un’unica campata, secondo la tipologia medievale. Il luogo è oggetto di molti racconti leggendari e tradizioni popolari.
Dal 1857, il ponte antico è affiancato da uno nuovo, percorribile dagli automezzi. Quest’ultimo fu teatro di un cruciale e significativo episodio della Resistenza: nell’inverno ‘43/’44 in Val Mastallone avevano riparato e costituito la loro base i Partigiani delle Formazioni Garibaldine; le truppe nazi-fasciste tentarono di distruggerle con un attacco il 12 marzo 1944, risalendo la valle. Il primo scontro a fuoco avvenne presso il Ponte. I partigiani, non avendo altro mezzo per fermare i nemici molto superiori di numero e di armamento, lo fecero saltare. Gli assalitori, almeno per il momento, rallentarono il loro attacco.

(N 45 49 28; E 8 14 52)

Aniceti (Prima del ponte della Gula)
Sul greto del torrente le rocce mostrano la loro origine magmatica, caratterizzata da una mescolanza di rocce scure (di composizione basaltica) incluse in rocce magmatiche più chiare (di composizione dioritica).

(N 45 51 11; E 8 14 17)

Bocciolaro (Dopo il ponte della Gula, alla confluenza della ‘Sabbiola’ con il ‘Mastallone’)
Si osservano rocce simili dove però la mescolanza chiaro-scuro appare con i contorni meno netti e più allungati (più "stirati"), poiché si trovavano a profondità maggiore nel corpo intrusivo il quale, crescendo, stirava le rocce.

Crevola

(N 45 48 38; E 8 15 25)

In sponda destra Sesia, oggi è frazione di Varallo, ma era importante comune autonomo sino ai primi dell’’800. Di esso si conservano gli ‘Statuti’, che furono il codice del paese dal XIII al XVIII sec. e sono contenuti in tre fascicoli in pergamena
Lungo il fiume si osserva il contatto tra il complesso basico e le rocce della crosta. Queste ultime sono scistose, orientate, e sono state deformate mentre, fondendo, producevano un magma granitico riconoscibile dal colore chiaro. Dopo meno di 200 metri dal primo affioramento, verso est, si entra nel Complesso Basico, molto più compatto.

Agnona (Ponte, sponda destra del Sesia)

(N 45 43 24; E8 15 44)

"Il ponte collega Borgosesia con l’abitato di Agnona, già comune autonomo, paese antico come testimoniano reperti precristiani e cristiani… un bellissimo ponte di quattro altissimi archi in pietra di costruzione svelta e maestosa , e la cui fondazione ebbe principio nel 1779, millesimo che si vede inciso nel basso del primo pilastro verso Agnona, e fu terminato nel 1782 con una spesa di oltre 72000 lire" (Tonetti cit.).
Ci troviamo ai livelli più profondi del “Plutone granitico di Roccapietra”; qui affiorano rocce dioritiche e granitiche (derivate dalla fusione della crosta) mescolate.

Prato Sesia (sponda sinistra del Sesia)

(N 45 39 31; E 8 21 32)

A questo punto la pendenza del terreno tende a diminuire, il letto del fiume si allarga e le acque rallentano la loro velocità lasciando scoperta una parte delle matrici rocciose sottostanti.
Sul letto del Sesia si vede bene l’interno della caldera, dove è esposto uno dei migliori affioramenti di megabreccia: sono ben visibili enormi blocchi di rocce molto diverse, che facevano parte dell’edificio vulcanico preesistente, franati nella caldera ed inclusi nel tufo eruttato durante il suo collasso.


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